ORTOFRUTTA: LE PRODUZIONI DEL PERIODO

Farmer passing young woman a red pepper at the market

01/10/2015 – Una panoramica sulle produzioni agricole laziali, legate a questo scorcio stagionale.

Il mese di ottobre offre un delizioso mix di sapori. Una giostra di sensazioni gastronomiche che soddisfa anche i palati più difficili e che nei mercati contadini della nostra regione si declina in un’ampia disponibilità di prodotti freschi, di assoluta qualità.

Per quanto concerne la frutta di provenienza regionale, in questo periodo abbondano cachi, castagne, mele, melograni e pere. Produzioni largamente diffuse in tutto il territorio laziale, che possiamo conoscere o degustare, specie nelle tipicità più rare, anche nelle numerose sagre, ancora molto frequenti.

La verdura, sempre se fresca, offre grandi suggestioni gastronomiche e sapori assolutamente genuini, che rievocano tutto il patrimonio di cultura (e di gusto) della cucina romano-laziale. I funghi, prelibatezza del periodo autunnale, sono puntualmente rintracciabili sui banchi dei nostri mercati o i nei numerosi appuntamenti enogastronomici dedicati al prodotto. Magari accanto ai broccoli, che tanto hanno dato, sotto l’aspetto della storia e delle suggestioni, alla nostra cucina regionale. Altre verdure propriamente stagionali sono bietole, cavoli, cavolfiori, finocchi, melanzane, carote, rape,  porri  e zucche.  

Per i palati più raffinati, una vera immersione nel gusto non può certo prescindere dai PAT, i Prodotti Agroalimentari Tradizionali. Prodotti caratterizzati da metodologie di lavorazione, conservazione o stagionatura consolidate nel tempo secondo regole tradizionali e inclusi nell’apposito elenco del MiPAAF (Ministero Politiche Agricole Alimentari e Forestali), che per quanto concerne le produzioni laziali è costantemente aggiornato da Arsial. Le produzioni regionali direttamente ricollegabili al periodo, censite nel registro PAT, sono le seguenti, divise tra prodotti freschi e trasformati. Tra i prodotti freschi figurano il Broccolo Romanesco, la Castagna di Terelle, la Castagna Rossa del Cicolano, i Finocchi della Maremma Viterbese, il Marrone (dei Monti Cimini e di Cave), il Marrone Antrodocano, il Marrone di Arcinazzo Romano, il Marrone di Latera e il Marrone Segnino. Tra quelli trasformati sono annoverati Cipolle e Pere sott’aceto e Fichi Sciroppati.

Sul piano delle produzioni tipiche, sono prettamente ricollegabili al periodo due specialità a marchio DOP: la Castagna di Vallerano e la Nocciola Romana, rinomate espressioni dell’area nord-ovest del Lazio. Entrambe vantano una robusta tradizione storica, alimentata nel corso dei secoli. La Castagna, prodotto simbolo della piccola località di Vallerano, ne caratterizza il territorio sin dal ‘500, costituendo già dal secolo successivo la principale fonte di reddito per gli agricoltori locali, che rifornivano puntualmente tutta l’area viterbese. Sul piano organolettico, la Castagna di Vallerano si caratterizza per la polpa bianca e croccante, per il caratteristico sapore dolce e la particolare resistenza alla cottura. Malgrado le prime attestazioni facciano esplicito riferimento al XVI secolo, la presenza di numerose grotte di tufo destinate alla conservazione delle castagne, sommata a quella dei caratteristici “radicci” (piccole strutture utilizzate come essiccatoi, collocate soprattutto nei boschi), fanno ritenere che l’economia e l’alimentazione legata a questo prodotto vantino un’origine ben più remota.

Piuttosto simile è la storia della Nocciola Gentile Romana, presente sul territorio dei Monti Cimini e Sabatini sin dall’antichità. Le prime fonti inerenti la sua coltivazione risalgono agli inizi del ‘400, ma già nel ‘500 il suo consumo è piuttosto consistente, tanto da farne un prodotto particolarmente gradito nei banchetti papali. La sua diffusione è cresciuta in maniera esponenziale nel corso dei secoli, fino ad occupare uno spazio piuttosto considerevole nel mercato agroalimentare nazionale, specie come prodotto da pasticceria.

Ulteriori informazioni sui prodotti e sulle loro particolarità, sono reperibili all’interno della sezione “Prodotti Tipici e Tradizionali del portale istituzionale di Arsial.