PRODOTTI: L’ARANCIO BIONDO DI FONDI

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31/08/2015 – Una prelibatezza regionale, decanta dagli intellettuali del Grand Tour

La storia di questo prodotto è legata a doppio filo ai letterati del Grand Tour, che gli hanno dedicato pagine indelebili, decantandone il gusto e raccontando nelle loro memorie di viaggio il fascino (e il profumo) di quel paesaggio dominato dalle piante di aranceti.

Madame de Stael, Chateaubriand e Goethe sono solo alcuni degli intellettuali che ne hanno espressamente tessuto le lodi, contribuendo a fare dell’Arancio Biondo di Fondi, sin dal XIX secolo, un vanto della terra laziale e un simbolo del territorio d’origine: un lembo di Sud Pontino che unisce Fondi a Castelforte, sui Monti Aurunci, estrema propaggine del territorio regionale.

Su questi terreni, le arance sono coltivate dagli inizi del XVIII secolo, con una netta espansione tra il ‘700 e l’800, che farà di questa coltura una delle voci più consistenti dell’economia locale.

Le particolarità di questa pianta, peraltro molto longeva, sono menzionate anche nell’inchiesta Jacini del 1880 sullo stato dell’agricoltura, che racconta dell’esistenza di piante di circa 300 anni, con un fusto di  40-50 centimetri.

Questa cultivar autoctona, che si caratterizza per il sapore dolce e la polpa succosa, ricca di grossi semi, è composta da tre ecotipi locali, tutti piuttosto simili per caratteristiche organolettiche: il Biondo Nativo (delicato e poco resistente), il Biondo Nativo d’Innesto (innestato con piante di melograno, più robusto), e il Biondo detto Porcino (sempre innestato con melograno, contraddistinto da uno sviluppo vegetativo più lento e dalla particolare forma a funghetto).

Oggi, nonostante l’interesse vivo di gourmet e appassionati, l’Arancio Biondo di Fondi può essere considerato una coltura a rischio, prodotta soprattutto in appezzamenti specializzati.

Date le ridotte dimensioni dell’area di produzione, ne è vivamente consigliato l’acquisto da produttori locali, in azienda o in diversi farmer’s markets della nostra regione. La raccolta, che avviene in diversi periodi dell’anno, tra i quali la fine di agosto, è una buona occasione per saggiarne le particolarità. E magari, sfruttando una piacevole giornata di bel tempo, per scoprire un bel tratto di territorio laziale.

Maggiori informazioni sul prodotto e la sua origine sono reperibili nella sezione Prodotti Tipici e Tradizionali del portale istituzionale di Arsial.