18/09/2014 – In diversi paesi la formula del “Mercato Contadino” si è affermata con successo, ancora prima che in Italia, divenendo un punto di riferimento imprescindibile per l’acquisto di prodotti di qualità.
La predilezione per il cibo fresco e per gli alimenti di qualità, acquistati preferibilmente dal produttore, hanno alimentato la diffusione dei mercati contadini in Italia. Che a partire dalla loro introduzione, nella seconda metà degli anni 2000, hanno conosciuto una vera e propria escalation.
L’affermazione “italiana” ripercorre da vicino quella avvenuta in diversi paesi occidentali, dove la vendita nei farmer’s markets vanta trascorsi ancora più rilevanti. Come negli USA, dove sono diffusi sin dagli anni ’70 e rappresentano uno dei capisaldi delle Alternative Agri-Food Networks (AAFN): reti di distribuzione organizzata (ma anche movimento d’opinione) che accorpano forme di vendita alternative a quelle consolidate, basate su fattori comuni quali la distanza ridotta tra il luogo di produzioni e quello di consumo, la dimensione contenute delle aziende e la preferenza per le produzioni biologiche.
Negli Usa sono attivi oltre 5.000 Farmer’s Markets, diffusi in maniera capillare su tutto il territorio nazionale, che operano prevalentemente a carattere stagionale, con un giro d’affari che già alla metà degli anni 2000 superava il miliardo di dollari.
In Europa, il primo paese a sperimentare il mercato contadino è stata la Francia, che nell’82, in Provenza, ha aperto il primo mercato dedicato alla vendita diretta degli agricoltori, il “Marché de pays”, successivamente ribattezzato “Marchè paysan”. Nel corso del tempo, i “Marchè paysan” hanno conosciuto una crescita esponenziale, tanto che, nel 2007, se ne contavano circa 650 in tutto il paese. In Francia tutti i mercati contadini si svolgono sotto il controllo ed il coordinamento della Chambres d’agricolture, che predispone una “carta degli impegni” e un regolamento unico, condiviso da tutti gli operatori.
In Gran Bretagna, dove i mercati agricoli sono attivi dall’inizio degli anni Novanta, il coordinamento ed il controllo delle attività viene eseguito da un’associazione nazionale: l’Associazione nazionale dei mercati e dei punti vendita contadini (Farma), che fornisce assistenza tecnica, realizza iniziative promozionali e certifica il rispetto dei parametri di legge. In totale, in tutto il Regno Unito, i mercati contadini sono oltre 500, per un giro di affari che nel 2006 superava i 360 milioni. In GB l’attività dei farmer’s markets è piuttosto seguita da media ed opinione pubblica, tantoché, ad oggi, esiste persino un premio nazionale al miglior farmer’s markets dell’anno, assegnato dalla Farma.
Per organizzazione ed iniziative di marketing legate ai mercati contadini, la nazione UE che meglio si è distinta resta comunque la Germania, dove operano circa 5.000 mercati agricoli di vendita diretta (Bauern-markt). In Germania tutti i mercati contadini sono contrassegnati da un unico logo, che ne certifica la qualità e il rispetto dei parametri normativi.
La regione tedesca che più ha sviluppato le potenzialità dei mercati contadini e la loro capacità di fare sistema, anche in accordo con altre attività produttive, è la Baviera. Dove ogni anno, a partire dal 1994, si tiene una conferenza generale tra gli operatori del settore, mirata a concordare strategie sinergiche in materia di formazione, immagine e gestione delle realtà mercatali.